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Immagine di ripassofacile.blogspot |
Estratto da: Le ore di Trento di Quinto Antonelli
Una circolare del capo della Missione italiana in Russia che ancora nella primavera del 1919 cercava di rintracciare e raccogliere gli ex prigionieri dispersi, li descrive realisticamente come provati da ogni sofferenza: «Nessuna sofferenza fu loro risparmiata. Sia nei campi di concentramento, che sui lavori per conto di privati, furono soggetti alla più dura disciplina ed alla più esosa forma di sfruttamento. [...] È gente, che ha lottato con la miseria e con la fame, che ha veduto la morte vicina di frequente, che moralmente si considera perduta ed a cui le ingiustizie delle dolorose vicende hanno scosso il sistema nervoso ed ingenerato nel loro animo una viva avversione per il genere umano e specialmente per le autorità.
All’inizio Tirolesi Austriaci e poi Italiani, dal 1914 al 18 una guerra che ha cambiato le cartine geografiche dell’Europa Centrale in poco meno di sei anni. Intere famiglie sradicate dai loro territori perdendo tutti i loro averi e persino la memoria; fratelli arruolati diversamente con l’esercito Austro-Ungarico o Italiano, una situazione che ha coinvolto Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e gran parte del Veneto.
Siamo oltre le commemorazioni del centenario per la fine della Prima Guerra Mondiale, cerchiamo di sapere cosa veramente è successo soprattutto dopo, quando vinti e vincitori fecero ritorno a casa, se una casa c’era ancora.
Senza dimenticare i soldati austriaci, fra cui molti Trentini fatti prigionieri nel 1914 durante l’invasione della Serbia e successivamente deportati sull’isola dell’Asinara morti in breve tempo di fatica, stenti, fame e colera, (circa 10.000 uomini); una vicenda dimenticata e forse nascosta per la vergogna che solo in questi ultimi anni sta venendo fuori dai polverosi archivi di stato, per merito di qualche storico più curioso di altri.
link - La storia dimenticata
La guerra non è fatta solo dai generali dei quali ci ricordiamo sempre il nome, prendetevi il tempo, guardate il video nel link sottostante di Piero Badaloni che ci racconta qui tristi eventi.
- La storia non ha quasi mai insegnato nulla a chi l’ha studiata distrattamente, accontentandosi di attingere al senso comune ed alle fonti di “sistema”. Ma l’esercizio critico è una delle (poche) armi che ancora abbiamo a disposizione se non per trasformare la realtà almeno per comprenderla, che è poi la pre-condizione per tentare di cambiarla. - Valerio Gigante giornalista.
Continua a leggere La grande menzogna
Si chiude qui il mio modesto ricordo relativo alla commemorazione del centenario fine WW1.
Lo ho voluto mettere in rete perchè vivo e sono parte di una minoranza linguistica di origine tedesca, e sulle nostre montagne il Gronlait ed il Fravort ci sono ancora i resti di antiche linee difensive Austro-Ungariche ma non solo, volevo ricordare tutti i caduti di ogni Nazione.
Lo ho voluto mettere in rete perchè vivo e sono parte di una minoranza linguistica di origine tedesca, e sulle nostre montagne il Gronlait ed il Fravort ci sono ancora i resti di antiche linee difensive Austro-Ungariche ma non solo, volevo ricordare tutti i caduti di ogni Nazione.
Alberto Scalzer